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Da Orani alla Biennale di Venezia
Amore per le Origini, un curriculum da leggere

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Missione compiuta. Catalogna e Sardegna insieme, nel segno dell'arte.

Quella griffata Gaudì, mito dell'architettura moderna in Europa e nel mondo.

Perché Angelo Ziranu, 39 anni, ingegnere-architetto di Orani, ha tagliato un traguardo culturale e di alta valenza simbolica.  È l'unico italiano ad aver lavorato nel team di professionisti impegnati a Barcellona nel completamento della cattedrale cattolica Sagrada Familia. Voleva "testimoniare le evidenti analogie tra sardi e catalani attraverso un unico filo conduttore: la devozione a Cristo e alla Madonna".

Lo ha fatto da laico e cattolico convinto, miscelando al meglio passione e cultura, tradizione e devozione, università e bottega, tecnica e teoria.  

 

Un curriculum da leggere.

Prima dei tre anni trascorsi a Barcellona i rudimenti della creatività collegata al saper fare manuale maturano in casa, tra i mantici, i martelli e le incudini di Pietro Ziranu noto Predu, il padre fabbro ferraio con officina nel rione nuovo di Orogheri.

E così - ha scritto una giovane critica d'arte nuorese, Stefania Coda - un sardo nato sotto Gonare e Lathone, nel paese di Costantino Nivola e Mario Delitala, di designer-cult come Vittorio Bruno e Roberto Ziranu, di sarti-mito come i figli di Gianni Mura e Paolo Modolo - ha dato plusvalore al paese dov'è nato "entrando" con tutti i crismi nel "Tempio dell'Architetto di Dio".

Con un evento-scoop che ha dato qualità all'estate sarda: ha portato Gaudì e il suo capolavoro tra il Golfo degli Angeli, la Nurra di Capo Caccia e la giogaia del Gennargentu. Le mostre allestite a Cagliari, Alghero e Oliena sono state un successo e proprio ieri sono state ricordate in un incontro pubblico sotto la punta bianca di Corrasi.  

 

Non è finita. Perché Angelo Ziranu - seguendo i "canoni progettuali lasciati da Gaudì" - marcherà la presenza sarda in Catalogna visto che continuerà a lavorare a Barcellona.

"Sono stato incaricato di supportare l'architetto Jordi Bonet i Armengol (Barcellona 1925) attuale direttore delle opere del tempio, per il progetto di finitura degli interni e in particolare della zona presbiterale e degli arredi liturgici. Una prima fase si era conclusa il 7 novembre 2010 con la consacrazione dell'altare maggiore ad opera di papa Ratzinger. Io ero lì". Emozione? "Ad astra".  

 

Storia sardo-catalana nel segno delle competenze.

Ereditate dal padre (ha 66 anni), da ragazzo garzone di bottega da Taniele Rocca che ferrava buoi e cavalli.

Angelo Ziranu frequenta le elementari di Orani, alle medie ha "professori capaci" come Peppino Busia, Nunzio Nivola e Luisa Laurenza.

Il liceo scientifico a Nuoro, via Veneto, con don Francesco Mariani.

Nelle ore libere "in bottega, con mio padre, tra forge e pinzatrici ma anche da un mio zio falegname, tziu Juanne". C'è anche il tempo per giocare a pallone, "un po' fantasista, un po' attaccante", allenatori Chicco Piras e Pietro Corrias detto Amarildo.

L'università a Cagliari, "ottimi docenti", tesi di laurea su un progetto per un albergo diffuso sul Monte Gonare.

"L'idea era di pensare a uno sviluppo eco-sostenibile sulle cime del Monte meta costante dei pellegrini".

Progetto buono. Realizzazione rimasta in stand by. Perché?  

Con la laurea in tasca lavora come può tra Nuoro e Orosei. Gli assegni di studio della Regione gli vanno a genio, a Roma può frequentare un master in progettazione liturgica alla Sapienza, aule di architettura di Valle Giulia. Conosce monsignor Carlo Chenis, sottosegretario della Pontificia commissione della Cei. All'ingegnere giunto dalla Barbagia propone uno stage di un anno proprio alla Sagrada Familia.  "Mi sembrava un sogno. Accetto.

E mi ritrovo sotto le volte di quella Cattedrale, prima lavoro alle torri, poi divento consulente.

Mi rendo conto dell'importanza del bagaglio teorico appreso all'università di Cagliari. Capisco meglio che cos'è la geometria descrittiva, una formulazione matematica. Alla Sagrada - anche in mezzo a un turbinio di visitatori da tutto il mondo - detta legge il metodo". Quale? "Abbiamo tre dipartimenti distinti, quello di progettazione, un altro di direzione lavori e infine quello dei modelli: si occupa di realizzare in forma tridimensionale le varie proposte progettuali e le soluzioni finali poi esposte nel museo all'interno dell'opera stessa". L'apprendistato è breve ed esaltante. "Oltre a capire il loro sistema di progettazione, i programmi informatici e la loro lingua, mi occupo del progetto della copertura delle cappelle absidali. Tutti i progetti in opera attualmente stanno completando la basilica della Sagrada Familia. Vengono elaborati e resi esecutivi dai dipartimenti di cui ho parlato a partire dai modelli restaurati di Gaudì e lasciati in eredità dall'architetto stesso come canone progettuale per ultimare il Tempio".  Angelo lavora con passione. La Catalogna gli piace.

 

Si sposa in Sardegna con Sara Marongiu.

E viaggia. Nascono tre figlie, tutte a Nuoro, Chiara Maria, Cristina e Karol Montsè (cioè Monserrata, in omaggio alla Madonna Nera). Il lavoro alla Sagrada è tanto esaltante quanto impegnativo.

"Dopo un anno, concluso l'iter progettuale delle torri, copertura delle cappelle, vengo incaricato - come detto - di supportare l'architetto Jordi Bonet i Armengol".  

E qui si consolidano le competenze professionali: perché Ziranu firma un contratto con la facoltà di Architettura di Cagliari che fa liaison con Barcellona. Sono proprio due docenti cagliaritani - Enrico Corti e Antonio Tramontin a seguirlo - è testuale, nel "progetto di studio e analisi delle metodologie di intervento messe in atto per il completamento della Sagraga Familia di Barcellona, caso di studio di grande interesse, sia per l'opera di Gaudì che per le tecnologie di rilievo, progetto e di realizzazione messe in atto. Studio delle tematiche relative alla progettazione e all'adeguamento degli edifici di culto."  Ed è così che la Sagrada Familia parlerà anche in limba. Scrive Stefania Coda: "Una nuova sfida quindi, un nuovo confronto culturale nel campo dell'architettura

internazionale, ma soprattutto un nuovo passo avanti nella ricerca continua di quel rapporto tra forma e architettura che porta Ziranu a scoprire il linguaggio dell'architetto di Dio. E ora quel linguaggio è alla base della mostra sulla Sagrada Familia in Sardegna, da Ziranu curata e diretta". È emozionante vedere pannelli e modelli dell'investigazione di Gaudi sulla "natura alla base dei suoi risultati formali e architettonici". Barcellona rivive a Oliena. A San Francesco, "gli elementi base che combinati nelle diverse proporzioni costituiscono la Sagrada Familia".

Nel misticismo di Nostra Signora d'Itria la ricostruzione di una vera e propria cappella ricrea gli interni del Tempio di Dio. Queste e altre soddisfazioni.

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Alla Biennale di Venezia

Alla Biennale di Venezia nel Padiglione della Sardegna in esposizione al "Masedu" di Sassari, Ziranu espone tre opere: la Donna-luce, La Stele Luminosa e La Strada Storia.

C'è il tratto dell'arte moderna, di classe, con gli anni Duemila del design ma anche il ricordo dei fondamentali appresi da Predu Ziranu e tziu Juanne.  Un professionista di questa caratura può far qualcosa per restituire decoro alle nostre città, ai nostri paesi?

"Seppur compromessi i nostri centri storici conservano al loro interno ancora scorci incontaminati che possono essere di esempio per la conservazione di questi spazi". Sì, ma avviene esattamente il contrario. Detta legge il cemento, non il decoro. "Bisogna avere il coraggio di far rivivere i centri storici della Sardegna, realizzando al loro interno, magari sacrificando parti ormai irrecuperabili o superfetazioni, i servizi necessari come parcheggi, spazi per il tempo libero e servizi in genere, senza intervenire con nuove costruzioni in zone periferiche".  Quanta responsabilità hanno i professionisti e gli amministratori nel prosperare delle brutture edilizie? I nostri paesi non sono accoglienti, non lo sono le nostre città, le periferie sono un disastro. "Abbiamo perso di vista l'importanza culturale della nostra architettura originaria, povera sì ma carica di decoro.

E per quanto riguarda il decoro in genere, ivi compreso quello rurale, visto che le nostre campagne sono spesso discariche oscene, i progettisti devono trasmettere l'idea di una realizzazione di qualità, eco-sostenibile, magari riducendo le dimensioni e gli sprechi e, nel contempo, curandone e facendone curare le finiture e i particolari ai committenti".  In Sardegna imperversa ancora il non finito edile.

"Occorre saper trasmettere la convinzione che un'opera di livello, con il tempo, può solo incrementare il suo potenziale anche economico e migliorare la sua integrazione con il paesaggio circostante. Proprio secondo il pensiero di Gaudì, la natura è la più straordinaria espressione di Dio, parte fondamentale dello spazio sacro, che è il racconto di quello che capita fra Dio e l'Umanità.

È sacro tutto l'ambiente sardo, sono sacre le Radici".

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La Nuova Sardegna - 5 dicembre 2011 - da ufficio stampa Stefania Coda e note biografiche di Angelo ZIRANU

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